giovedì 30 luglio 2015

29 luglio 2015: mesociclone da antologia sul padovano

Ciao a tutti.

Da alcuni giorni viviamo un fase leggermente instabile del tempo e le nostre regioni vengono lambite dalla corrente a getto in alta quota.



Generalmente quando la corrente a getto ci passa sopra la testa (ovviamente con i dovuti distinguo del caso) aumentano in maniera importante le possibilità di temporali forti che possono assumere caratteristiche supercellulari.
In questi giorni però, nonostante modelli locali di previsione mostrassero temporali a destra e a manca, è mancato l'innesco giusto e abbastanza forte per far partire la profonda convezione che genera i temporali.
Ci sono state delle piogge, certo, ma nulla in confronto alle potenzialità che potevano esserci.

Ieri sera, però, dopo un pomeriggio passato ad osservare dei piccoli inneschi che non sono andati in porto, un blando fronte ha dato la spinta necessaria per ravvivare la situazione.

In una zona di convergenza di venti proveniente da quadranti diversi (Nord Est, Sud Est e Sud Ovest), supportati dal getto in quota, dei modesti nuclei temporaleschi hanno trovato tra il veronese e il padovano il carburante e le condizioni sufficienti per organizzarsi sufficientemente ed evolvere in un temporale di tipo supercellulare.

Tra queste condizioni vi è, come detto altre volte, la progressiva rotazione dei venti da SE al suolo, a SW-W alle quote più alte.
Questa rotazione viene impressa anche alla corrente ascensionale del temporale che inizia a ruotare anch'essa. E' questo il momento in cui un temporale assume caratteristiche supercellulari e presenta al suo interno un MESOCICLONE (e non un ciclone che è un'altra cosa).
Va da se che, se la rotazione raggiunge il suolo, abbiamo un tornado (termine inglese) o tromba d'aria (termine italiano).


Non è stato, questo il caso per fortuna, ma il temporale presentava una struttura che personalmente non avevo mai avuto occasione di apprezzare.

Andiamo ora ad analizzare l'animazione del radar ARPAV di Teolo.


Un primo temporale nasce nel pomeriggio sul trevigiano presentando caratteristiche supercellulari anche se solo per pochi minuti.
Un secondo temporale, più forte, nasce poco dopo sulle prealpi vicentine ma si esaurisce a contatto con la pianura.
Da ovest poi arriva il fronte che tra il Bresciano e il Veronese mostra subito una vivace attività.
Tra Verona e Vicenza i temporali diventano una singola cella che si organizza e sul padovano presenta la sua fase più matura.

Si noti anche in questo caso la deviazione verso destra rispetto la direttrice principale di spostamento. Anche questa è una caratteristica tipica delle supercelle.

Intensa anche l'attività elettrica che ha accompagnato il temporale lungo il suo percorso.



Visivamente, già ad una certa distanza, la cella temporalesca era impressionante.

L'updraft (corrente ascensionale) era evidentissimo, inclinato e i contorni dell'incudine erano netti.

DSC_9610

Arrivati in prossimita del temporale su Padova le fulminazioni al suo interno illuminavano a giorno la struttura e l'ambiente circostante

DSC_9613

Cercando sempre di stare fuori dei "problemi", grazie anche alle nuove abilità da navigatore della mia ragazza Sara, ci portiamo alla vista della base del temporale.

Il mesociclone è pazzesco.
La rotazione evidentissima e la struttura è da antologia meteo.

DSC_9628

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E qui un breve video che riassume il tutto.


Grazie per l'attenzione e alla prossima.

Giorgio

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lunedì 27 luglio 2015

23 luglio 2015: intensa attività elettrica

E siamo qua!... dopo un bel periodo caldo dominato dal caro anticiclone subtropicale che ci ha regalato delle stupende giornate fin troppo estive.

Da circa metà luglio infatti, le temperature hanno iniziato a salire gradualmente fino a raggiungere i massimi valori nei giorni 21 e 22 luglio. In questi due giorni la mia stazione a Stretti ha raggiunto la temperatura massima di 36,4°.
In quasi 4 anni di dati archiviati, questa è stata la temperatura più alta mai raggiunta. Un piccolo record personale quindi.

Dopo una decina di giorni di continuo accumulo di calore da parte del suolo e un sensibile aumento dell'afa man mano che l'anticiclone invecchiava, la sera del 23 luglio l'anticiclone ormai stanco ha iniziato ad accusare i primi colpi causati dall'avanzare di una saccatura da NW, che portava con se aria più fresca, permettendo lo sviluppo di temporali che hanno interessato anche le pianure.

Dal 23 al 25 luglio (data in cui il fronte ha finalmente attraversato la nostra regione), a suon di temporali, l'eredità lasciataci dal possente anticiclone è stata via via abbattuta riportandoci su valori termici più consoni al periodo.
In questo post voglio dedicarmi però solo allo scorso giovedì 23. Seguiranno altri post specifici per i giorni seguenti.

Tutto nasce da una convergenza di venti al suolo tra Veneto Orientale e Friuli Venezia Giulia associato a qualche sbuffo più fresco e umido in quota.
La immagini sotto mostrano come modelli di previsione vedessero la convergenza (km più, km meno) dove si sono poi sviluppati i temporali.

Modello WRF METEONETORK

I primi segnali di tale convergenza si vedevano al tramonto come una linea di cumuli congesti che tentavano di crescere verso l'alto.
Nel momento in cui ho fatto questa foto, in pianura non vi erano ancora le condizioni ideali per la convezione ma il "tappo" sarebbe saltato dopo qualche ora. 


Lo shear è basso, quindi i temporali non assumono strutture particolarmente fotogeniche ma, piuttosto, sono più dei "pulse storm", cioè temporali pulsanti.

Questo tipo di temporale non è particolarmente intenso e non ha vita lunga. Sinteticamente lo si può pensare come ad una torre di nuvole che sale verso l'alto col suo tipico ribollire e dall'aspetto a cavolfiore che, nell'arco di mezz'ora, raggiunge il suo stadio più intenso per poi spegnersi lentamente.
Mentre questa torre si esaurisce, nelle zone limitrofe ne parte un'altra, o altre, che sale, o salgono, e il ciclo si ripete così, lentamentente, mosso dalle deboli correnti in quota.

Eloquente l'animazione radar sloveno dove si può vedere quanto appena detto.
Il temporale principale nasce sui monti del Friuli.
Raffiche di outflow  (aria più fredda e secca) si incanalano nelle valli del Cellina e sbucano in pianura dove sollevano verso l'alto l'aria calda e umida pre-esistente dando il via ai temporali serali.

Questi si muoveranno lungo la convergenza mostrata sopra.

Il primo temporale colpisce l'alto pordenonese e mentre decade ne parte un altro più a SW nel trevigiano. Poco dopo questo si esaurisce e nuovi cumulonembi nascono a ridosso della laguna di Venezia.



E qui entro in gioco io che in quella serata mi sono portato a Punta Sabbioni sul bordo della laguna per cercare di fotografare qualche bel fulmine.

Che dire.. le condizioni erano perfette per questo tipo di fotografia.
Uno shear basso vuol anche dire che i temporali sono lenti nel loro movimento e che quindi danno il tempo a chi li segue di trovare un buon posizionamento per almeno alcune decine minuti.

Ecco che allora è tempo di fermarsi con le parole e lasciare spazio alle foto.

Stack di alcune immagini che ben rappresentano l'intensa attività elettrica presente sotto questi temporali. Foto fatta a Punta Sabbioni.

Electric Messiah

Saetta caduta a poche centinaia di metri dalla mia posizione presso Ca' Ballarin.

Lightnings over the Venice Lagoon


A presto.
Giorgio